Scoprite cosa è vero e cosa non lo è nelle opere di questo scultore britannico di origine indiana.
Vorrei condividere la mia esperienza a Palazzo Strozzi, sede della mostra, con mia figlia di 7 anni. Se ne avete la possibilità, vi consiglio di visitarlo nei giorni feriali. Eravamo lì un sabato mattina ed era un po’ affollato, in ogni caso le sale espositive di Palazzi Strozzi sono abbastanza grandi da accogliere le opere di Anish Kapoor.
Il titolo della mostra “Untrue, Unreal” fa riferimento all’incertezza della realtà, ai dubbi su ciò che vediamo e su come usiamo i nostri sensi. Il bambino è attratto da ciò che non conosce, sempre alla scoperta dell’ignoto.
All’interno di Palazzo Strozzi, l’artista ha adattato le sue opere all’architettura rinascimentale, utilizzando anche cera indelebile e colori contaminati per creare un passaggio da una sala all’altra. Grazie alle sue esperienze di vita in India, soprattutto durante il Diwali, il Capodanno indiano, le sale si arricchiscono di opere colorate con pigmenti luminosi che sembrano vivi, come la punta di un iceberg, una scala che porta al nulla, oppure una forma che come indica mia figlia Caterina sembra un limone giallo.
Ricoperta di un pigmento rosso vivo, come sangue venoso ricco di ossigeno, la colonna cambia la percezione della realtà, prendendo forma in 3D come se sfondasse la terra e cadesse nel Limbo.
Il fiume di cera rossa che scorreva attraverso la porta, un colore forte e drammatico che a Caterina, ingenuamente, ricordava la pappa di sua sorella quando era piccola.
Ma nella Sala degli Specchi, sembrava che fluttuassimo nell’aria e li oltrepassassimo, più ci allontanavamo, più piccoli sembravano i nostri corpi, più ci avvicinavamo, più grandi sembravamo. Gli specchi concavi e convessi davano l’impressione di essere sottosopra.
La mostra è aperta tutti i giorni fino al 4 febbraio 2024 con orari dalle 10 alle 20 e il giovedì fino alle 23, presso Palazzo Strozzi, in Piazza Strozzi a Firenze. Non perdete quest’occasione!